Mercoledì 6 novembre si tiene a Brescia un convegno regionale sull’ecumenismo, organizzato per promuovere la conoscenza del Concilio di Nicea, del quale ricorre l’anniversario il prossimo anno.
Come evidenziato dal titolo dato al convegno, nel 2025 ricorreranno 1700 anni dal Concilio di Nicea. “Nicea 325 – 2025. Un concilio da non dimenticare”, è dunque il titolo del convegno regionale che si terrà mercoledì 6 novembre a Brescia, nel Centro pastorale Paolo VI, in via G. Calini 30. Nel convegno, ad introdurre i lavori sarà il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, delegato della Conferenza Episcopale lombarda per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso. Coordinerà gli interventi monsignor Roberto Vignolo, docente emerito di Sacra Scrittura nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, teologo, sacerdote della diocesi di Lodi dove è anche presidente della Commissione ecumenismo e dialogo. L’ospitante vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, porgerà il suo saluto ai partecipanti dopo la lettura del messaggio del Patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli e il video messaggio del cardinale Kurt Kock, presidente del dicastero della Santa Sede per la promozione dell’unità dei cristiani.
Durante il convegno sono previsti diversi interventi, tra cui quello della prof.ssa Cristina Simonelli, della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Facoltà Teologica del Triveneto, quello di monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, e a seguire quello del prof. Riccardo Burigana, docente di Storia ecumenica della Chiesa presso l’Istituto studi ecumenici di Venezia.
Ha scritto in proposito monsignor Maurizio Malvestiti:
«Siamo alla vigilia dei 1700 anni del Concilio di Nicea. Venne celebrato nel 325 ma ne ricorderemo l’anniversario mercoledì 6 novembre 2024, nel convegno organizzato dalla Commissione ecumenismo e dialogo interreligioso della Conferenza episcopale lombarda a Brescia presso l’Istituto Paolo VI. I tempi lunghi e controversi della ricezione dei Concili ne sostengono poi gli effetti tanto a lungo. Non è un gioco di parole bensì un doveroso riconoscimento al primo Concilio, celebrato nella città di Nicea, la cui influenza giunge fino a noi. È noto l’unico precedente: il protoconcilio di Gerusalemme (cfr At 15,20-21). Ideato, promosso e controllato da Costantino (274-337), Nicea espresse dell’imperatore la volontà di pervenire all’unità ecclesiale su questioni teologiche cruciali quale collante sociale e politico.
La complessa vicenda conciliare indusse però la Chiesa ad un’ampia ed approfondita riflessione: l’eco nicena è rilevabile nel Concilio Costantinopolitano I (381) e in quelli Efesino (431) e Calcedonese (451)».
Quale impulso teologico ci viene da quell’iniziale tappa conciliare – comunque audace nell’inculturazione del kerygma e della confessione cristologici nel linguaggio del tempo – in vista non solo di reinterpretarne la portata odierna, ma soprattutto di «dire Cristo oggi»?
Il ritorno alle fonti nicene potrà senz’altro contribuire alla qualità sinodale della missione ecclesiale nel mondo, come auspicato da papa Francesco.

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