Quel fuoco atteso

di Luca Gregorelli, responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale dello Sport

da https://pastoralegiovanilepavia.com/2021/07/24/editoriale-agosto-2021/

«Carissimo atleta, quando la fiaccola, partita da Olimpia, accenderà il braciere, sarà come avvertire l’eco di una voce amica: “Eccoci, finalmente: ti aspettavo, mi aspettavi. Ci aspettavamo”». 

Così si rivolge Papa Francesco in una lettera indirizzata agli atleti che partecipano alle Olimpiadi 2020/2021. 

L’accensione della fiaccola olimpica nella notte di Tokyo, momento tanto atteso e tanto agognato, dice molto alle nostre vite e al momento che stiamo attraversando.

Nel mondo antico mai si erano fermati i giochi: erano le guerre e le altre situazioni della storia a fermarsi dinnanzi al sacro fuoco di Olimpia. Le Olimpiadi moderne non si sono tenute solo in tre occasioni, nel 1916, nel 1940 e nel 1944, in concomitanza con le due guerre mondiali; a queste purtroppo va aggiunto il 2020 a causa dei motivi che ben conosciamo e che oramai fanno parte della nostra quotidianità. Nonostante le difficoltà, Tokyo 2020, i trentaduesimi giochi estivi della storia, si sono potuti iniziare nel 2021.

«Provo ad immaginarmi – continua il Papa – i tuoi mesi di attesa, di preparazione. Per qualcuno si è trattato di anni: di anonimato, di solitudine, di progettazione. Tu, il tuo allenatore e quella voce che, da dentro, adesso è lì a bisbigliarti: “Eccola la tua grande occasione: giocatela fino in fondo, accendila!” Non giocarla potrebbe significare, un giorno, fare i conti con il rimpianto: uno dei peggiori, poi, non è quello di non avere mai avuto un’occasione, ma di averla avuta e di non essere stato capace di coglierla. L’Olimpiade è la tua grande occasione sportiva.»

Mai ci eravamo fermati così a lungo nella frenesia delle nostre vite. Mai ci eravamo sentiti così soli, chiusi nelle nostre case in attesa di buone notizie, di ricominciare a respirare e di non sentire più il suono di quelle sirene ormai così frequente. Abbiamo rimandato molte cose, nella speranza di poterle recuperare. Per qualcuno si è trattato di occasioni perse, di un momento della vita che mai gli sarà restituito. Il rischio di farsi travolgere dalla paura, dall’angoscia e dalla depressione è stato alto, e non tutti sono riusciti a superarlo indenni.

Ma questa nebbia può anche averci portato degli insegnamenti, anche se a caro prezzo: può e deve averci insegnato a non vivacchiare ma a vivere, a far emergere da dentro di noi quel fuoco che, come il sacro fuoco di Olimpia, ci porta a dire: Ecco la tua grande occasione: giocatela fino in fondo, accendila!

Il Papa ci ricorda che lo spirito sportivo ha la grande capacità di lasciare il mondo, e le nostre vite, più belle di come le si sono trovate: «La vita è un’opportunità, coglila — scrisse santa Teresa di Calcutta — La vita è una sfida, affrontala. Afferrala: il talento, quando incrocia un’opportunità, diventa d’oro, d’argento, di bronzo…

Al mondo, disturbato da mille disgrazie, con il tuo gesto sportivo è come se donassi un annuncio di bellezza: “C’è un’isola di opportunità, nel mezzo di un mare di difficoltà”.»

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